Le organizzazioni sociali e la distruttività regressiva gruppale

Le organizzazioni sociali e la distruttività regressiva gruppale

La controparte nascosta del lavoro positivo che viene portato avanti nelle strutture organizzative delle istituzioni è l’attivazione di fenomeni regressivi di gruppo caratterizzati spesso da conflitti distruttivi e auto distruttivi. Ciò è legato agli impulsi libidici e aggressivi che si attivano nell’inconscio dinamico nei gruppi e nelle istituzioni sociali. Allo stesso modo si osservano, come nell’individuo, processi di difesa e di sublimazione legati all’erotismo e all’aggressività, alla creatività e all’auto- distruttività.

Ciò a volte comporta che professionisti equilibrati, sani e ben adattati, lavorando nel contesto di gruppi regressivi e con una struttura di lavoro non adeguata, possono a loro volta regredire verso comportamenti anomali. È come se all’interno di queste situazioni di gruppo disfunzionali le forze gravemente distruttive e autodistruttive dell’inconscio dinamico fossero senza alcun controllo. Rispetto questo la leadership può ridurre o peggiorare l’aggressività primitiva all’interno di un contesto sociale e di gruppo.

Nel 1921 Sigmund Freud tentò per primo lo studio psicanalitico dei fenomeni di gruppo cercando una spiegazione utilizzando la psicologia dell’Io che da poco era stata sviluppata. Freud affermava che le persone all’interno di una folla provano un sentimento immediato di intimità reciproca derivante dalla proiezione del loro ideale dell’Io sul leader e dall’identificazione con il leader stesso e con i compagni. Questa proiezione si accompagna generalmente ad una grave riduzione del funzionamento dell’Io, cioè del funzionamento individuale e di conseguenza possono venire alla luce dei bisogni primitivi che solitamente rimangono a livello inconscio e il gruppo si muove sotto la spinta di pulsioni e di emozioni, di eccitazione e di rabbia, tutte condizioni stimolate e dirette dal leader.

Attivazione di funzionamenti psicologici arcaici

Indipendentemente dalla maturità e dalla integrazione psicologica delle persone, in alcune condizioni di gruppo si generano fenomeni regressivi e si attivano livelli psicologici primitivi. Questi fenomeni regressivi consistono nella attivazione di operazioni di difesa e di processi relazionali che riflettono relazioni oggettuali primitive. Questo tipo di regressione è potenzialmente presente in ciascuno di noi. Quando la struttura sociale si indebolisce, cioè quando i nostri ruoli abituali vengono momentaneamente sospesi e molti oggetti interni si attivano simultaneamente in una relazione non strutturata, è come se si riattivassero le molteplici primitive relazioni oggettuali interne; cioè si riattivano livelli primitivi di funzionamento psicologico. Per primitivo si intende risalenti ai primissimi anni di vita. Per questo motivo, i fenomeni di gruppo generalmente vengono vissuti come una minaccia all’identità personale ed è per questo che di fronte all’affiorare di meccanismi di funzionamento primitivi riaffiorano anche operazioni difensive primitive e aggressività primitive, con caratteristiche della fase di sviluppo psicoattiva pre-genitale.

Nell’ambito dell’attivazione di meccanismi psicologici primitivi occorre ricordare anche l’attivazione di caratteristiche sessuali infantili. Il gruppo tende ad essere intollerante verso ogni coppia che voglia mantenere la propria identità personale. Questa intolleranza della folla contro la sessualità può essere interpretata come la regressione ad un meccanismo psicologico primitivo che è quello della rivalità tra figli per il possesso delle madri e delle sorelle.

A cavallo degli anni 40 e degli anni 50, Bion descrisse i fenomeni regressivi che si possono osservare in un gruppo e parlò di tre grandi fenomeni emotivi di base che sono il fondamento delle reazioni di gruppo. Lavorando con i gruppi Bion poté osservare e descrivere direttamente le dinamiche e gli sviluppi al suo interno: ogni gruppo che si riunisce per il raggiungimento di uno scopo o di un obiettivo di lavoro, possiede l’orientamento mentale e il funzionamento che è finalistico allo scopo prefisso e corrisponde al principio di realtà, segue ovvero la razionalità e la consapevolezza, caratteristiche intrinseche dell’Io; in termini AT possiamo dire che il gruppo attiva l’Adulto che valutando il qui ed ora e gli obiettivi reali cerca di perseguire uno scopo istituzionale.

Bion osservò anche che sussistono resistenze nel gruppo che ne possono ostacolare il funzionamento, non sono orientate allo sviluppo e dipendono da angosce e ansie primitive e che seguono il principio del piacere. Si energizzano i Bambini e il gruppo si “aggrappa” ad un insieme di difese caratteristiche del Bambino e non lavora più in senso maturativo, ma rimane fermo in una situazione quasi limbica. Bion chiamò questi meccanismi assunti di base”, vere e proprie difese adottate dal gruppo nei confronti dello sviluppo-trattamento; essendo tali sono al di fuori della consapevolezza dei membri, ostacolano l’attività attraverso forti tendenze emotive.

1 – La dipendenza. Quando la dipendenza è il fenomeno emotivo dominante in un gruppo, i membri percepiscono il leader come onnipotente e onnisciente e se stessi come inadeguati, immaturi e incompetenti (Bambini Adattati). Il gruppo si riunisce allo scopo di dipendere da qualcuno o da un capo, da cui ci si attende possa fare tutto e appare come un Dio che viene sempre più idealizzato; può risolvere tutti i problemi e su di lui (o lei) vengono proiettate molte aspettative.

Questa idealizzazione del leader si accompagna al bisogno opposto e conflittuale di rubargli la conoscenza, il potere e la bontà. I membri del gruppo quindi rimangono in uno stato di continua impasse tra bisogno di dipendenza e invidia. Sono perennemente ingordi e perennemente insoddisfatti. Quando il leader non corrisponde più a questi ideali, i membri del gruppo reagiscono prima con la negazione poi con la svalutazione rapida e totale del leader e con la ricerca di un sostituto. Il gruppo dipendente è quindi caratterizzato da:

  • idealizzazione primitiva
  • onnipotenza proiettata
  • negazione
  • invidia
  • avidità

Tutte queste dinamiche mentali si accompagnano ad altrettante difese. In termini analitico transazionali i membri del gruppo attivano lo stato dell’Io Bambino sotto l’influenza di un Genitore potente e cattivo. Oscillano tra l’adattamento/dipendenza e la ribellione/rabbia. La ricerca di nutrimento e di dipendenza è dominante, fenomeni caratteristici della fase pre-genitale dello sviluppo psico-evolutivo. La Chiesa è la struttura istituzionale tipica del gruppo dipendenza.

2 – Lotta e fuga 

Il gruppo si mostra compatto con tutto ciò che possa sembrare un pericolo esterno e si aspetta dal leader protezione e guida nella lotta contro il nemico e contro le forze disgregatrici del gruppo, cioè le lotte interne al gruppo. I membri del gruppo non tollerano l’opposizione ad ideologie condivise e di conseguenza si scindono in sottogruppi che lottano tra di loro. Il gruppo tende a controllare il leader o, al contrario, si percepisce come controllato dal leader. C’è convinzione globale che esiste un nemico all’esterno da cui difendersi: lo si evita attraverso la fuga o lo si affronta attraverso l’attacco. Controllo aggressivo, sospetto, bellicosità, panico sono fenomeni dominanti, anche essi caratteristici della fase pre-genitale. L’esercito è la struttura istituzionale tipica del gruppo lotta-fuga.

3 – L’accoppiamento

Il terzo assunto di base descrive la presenza di due o più persone (di solito una coppia) che dominano la situazione e il resto del gruppo che si stringe intorno ad essa, in quanto vige la speranza che questi riescano a risolvere i problemi attuali degli altri membri attraverso un intervento sovrannaturale o di tipo divino (esempio: l’attesa del Messia, attesa di una rivelazione di tipo messianico). I membri del gruppo si focalizzano su una coppia interna al gruppo (di solito, non sempre, eterosessuale) e su questa coppia l’inconscio gruppale appunta l’aspettativa positiva della riproduzione assicurandosi la sopravvivenza minacciata dall’attacco all’identità del gruppo.

Le organizzazioni sociali funzionali (industria, educazione, ospedali) devono tendere al massimo controllo, riduzione e sublimazione della psicologia di massa come parte fondamentale del sistema organizzativo di lavoro. Purtroppo, a prescindere dalle misure protettive e correttive che vengono messe in atto, l’aggressività e Il sadismo si sviluppano sempre nelle istituzioni e si infiltrano a vari livelli.

L’inevitabile attivazione di aggressività primitiva nel funzionamento individuale all’interno di gruppi riflette la naturale predisposizione universale latente a regredire a livelli pre-edipici di organizzazione intra-psichica.