Gli amori cattivi cioè amore e odio nel narcisismo patologico

Gli amori cattivi cioè amore e odio nel narcisismo patologico

Perché a volte, direi spesso, le persone si “innamorano” di partner psicologicamente disagiati o decisamente affetti da narcisismo patologico ?

In queste situazioni è frequente sentir dire: “non riesco a resistere al suo fascino…” nonostante il partner sia inaffidabile e anaffettivo; questa attrazione irresistibile che vince su tutte le sofferenze e le frustrazioni sembra essere elemento essenziale per provare attrazione sessuale o mantenere vivo il desiderio o per accrescere il senso di onnipotenza. E’ il così detto fascino dell’amore che fugge.

Perché le persone hanno bisogno di riproporre relazioni malate e cercano partner anaffettivi, svalutanti, abusanti sia a livello psicologico che fisico ?

Chi cerca questa tipo di relazione è  spesso vittima di un’antica ferita abbandonica, quasi sempre inflitta da genitori narcisistici. La spinta inconsapevole è legata al desiderio inconscio di riparazione, un intento curativo: “io posso salvarti” e tanto più l’oggetto amato è inadeguato, sofferente, sfuggente, tanto più l’altro si ostina in modo cieco ed ossessivo a volerlo aiutare o comunque a tollerare i suoi comportamenti con l’inconsapevole aspettativa che arriverà la redenzione del partner e quindi l’eterna gratitudine.

Questo tipo di relazioni malate sono sbilanciate, con una parte nel ruolo di vittima e una nel ruolo di salvatore. Generalmente la vittima usa schemi masochistici e auto-distruttivi che le sono familiari; è qualcosa che si tramanda di generazione in generazione soprattutto quando si è abituati ad essere abusati psicologicamente. Il salvatore si rivela invece inaffidabile e manipolatore solo dopo che la persona è entrata in relazione con l’altro; infatti i narcisisti si mostrano come la donna o l’uomo ideale, per poi togliere la maschera quando sono certi di averlo/a conquistata. Tolta una maschera se ne indossa un’altra, ad esempio ci si scambia il ruolo con la vittima che diviene persecutore e il salvatore che diviene vittima.

I narcisisti sono dei simulatori raffinati e fingono su qualsiasi cosa: interesse, preoccupazione, amore, affidabilità, simpatia; sono dei predatori che si mimetizzano per confondersi con la natura e ingannare la preda. Alexander Lowen ( Il narcisismo, l’identità rinnegata, Feltrinelli, Bologna,1983), padre della bioenergetica, diceva che i narcisisti sono “simulatori per eccellenza”, poiché in realtà non posseggono una loro un’identità; la loro vera identità è stata rinnegata e non riconosciuta in tempi arcaici; vivono utilizzando un Falso Sé.

I partner narcisisti si incolpano a vicenda di non essere abbastanza presenti, abbastanza premurosi, abbastanza interessati; oppure si incolpano di chiedere eccessivamente in momenti per loro dolorosi; non è mai il momento giusto per ricevere o dare amore e qualsiasi tipo di preoccupazione (lavoro, malattia, etc) è buona per celare la loro incapacità di amare e per convincere il partner giorno dopo giorno che la colpa è sua.

Viviamo in una società narcisistica, basata su messaggi più o meno espliciti riguardo a successo, fama, felicità, potere mentre mancano i riferimenti alla morte, all’abbandono, alla perdita. E’ vietato essere fragili mentre mostrarsi forti e sicuri è indispensabile per poter essere riconosciuti. Per questo è spesso problematico determinare quali tratti indichino un disturbo di personalità narcisistico e quali tratti siano dei semplici adattamenti socio-culturali.

I narcisisti si comportano nelle relazioni come se vivessero con un nemico da controllare e gestire. Utilizzano la seduzione per invadere la sfera emotiva dell’altro rubando energia a tradimento e utilizzando ricatti affettivi. Il narcisista non vuole scoprire la sua ferita abbandonica e non vuole affrontare la sua rabbia primaria; la rabbia viene rivolta su se stesso oppure viene espressa nell’inconscio desiderio di distruggere quello che non riesce a essere.

Un bambino non è capace di disegnare come il suo amico e prova una profonda invidia; allora lo seduce mostrandosi amico e chiedendo di imparare a disegnare bene; subito dopo essere entrato in relazione, però, lo critica e lo distrugge proponendosi come superiore e migliore.